Mi chiamo
Matteo De Bellis,
architetto e fotografo, laureato in Architettura per la Sostenibilità presso il Politecnico di Torino. Da sempre appassionato di montagna e tutti i temi che la concernono, esploro i legami tra uomo, natura e progettazione architettonica, con un particolare interesse per le strutture in alta quota.
Fin da bambino, la montagna è stata il mio luogo d’elezione, uno spazio di scoperta, avventura e riflessione, capace di insegnarmi valori come il rispetto per la natura, l’essenzialità e la solidarietà. Questo legame profondo ha ispirato la mia ricerca progettuale e visiva, portandomi a esplorare come l’architettura possa dialogare con i contesti naturali più estremi, valorizzandoli e rispettandoli.
La montagna per me è molto più di una passione: è una metafora della vita. Attraverso il cicloturismo, l’escursionismo, i cammini di più giorni, le notti in tenda vivo uno stile di vita che mi insegna ogni giorno l’importanza di porsi obiettivi, affrontare le sfide con determinazione, migliorarsi e riconoscere i propri limiti. Questo modo di vivere mi ricorda il valore dell’essenzialità, la bellezza della semplicità e il significato profondo delle esperienze autentiche.
Ogni percorso intrapreso è stato un’occasione per collezionare ricordi, scoprire nuove storie e costruire un bagaglio di emozioni che arricchisce non solo il cammino, ma anche la mia visione della quotidianità.
Tutto questo si riflette anche sulla mia idea di architettura, che trascende la semplice funzionalità o estetica: credo che debba essere un’espressione culturale capace di migliorare la qualità della vita, favorendo armonia, sostenibilità e integrazione con il paesaggio. Questo approccio si riflette nei miei studi e nei progetti ai quali ho collaborato, come il lavoro con il team studentesco Shelters, che ha portato alla realizzazione del S.A.S.S.O. (Small Alpine Shelter for Scientific Studies), e nel mio contributo attuale al progetto dell’Atlante Digitale del Patrimonio Edilizio Abbandonato in Valle d’Aosta, frutto della sinergia tra Politecnico di Torino e Fondazione Courmayeur, al progetto dell’Atlante Digitale del Patrimonio Edilizio Abbandonato in Valle d’Aosta, producendo materiale foto e video- video.
Parallelamente, la fotografia rappresenta per me uno strumento narrativo essenziale: attraverso l’obiettivo, per lo più del mio drone,racconto il dialogo tra uomo e natura, catturando la bellezza dei paesaggi e il rapporto con le architetture che vi si inseriscono.
Il mio percorso è un viaggio continuo tra linee, forme e prospettive, in cui cerco di unire ingegno, creatività e passione per raccontare, e vivere, il mondo con autenticità.
Scopri di più ...