Santuario della Madonna del Rocciamelone,3538 m s.l.m., Valle di Susa
Dalle Vette ai Fondovalle: Alla Scoperta delle varie tipologie insediative
Questo progetto fotografico e di ricerca si concentra sulle strutture presenti lungo il continuum altitudinale delle valli alpine, dalle alte quote fino ai fondovalle. L’obiettivo è studiare non solo i caratteri architettonici di queste costruzioni, ma anche i loro rapporti con i contesti insediativi circostanti, mettendo in luce come l’architettura si adatti alle diverse condizioni ambientali, culturali e storiche delle aree montane.
I rifugi in alta quota, spesso minimalisti e funzionali, incarnano l’essenzialità necessaria a resistere agli elementi estremi, mentre le strutture situate più a valle riflettono una maggiore integrazione con i paesaggi agricoli e abitativi, dovuta anche all'uso di materiali vernacolari, evolvendo verso forme più complesse e stratificate. Questo studio vuole tracciare un filo conduttore tra queste diverse tipologie, evidenziando la loro continuità e il loro legame con le esigenze umane e naturali.
Attraverso l’uso della fotografia come strumento di narrazione visiva e analisi, il progetto esplora la relazione tra architettura e ambiente, documentando le soluzioni progettuali adottate nei vari contesti. È un viaggio che celebra l’armonia e l’interazione tra il costruito e il paesaggio alpino, offrendo una riflessione sul valore culturale, storico e ambientale di queste strutture, simboli di adattamento, resistenza e dialogo con la natura.
Tipologie architettoniche in quota
Bivacco Varese, 2650 m s.l.m. Valle Antrona, Cheggio, Vb
Rifugio Pian di Cengia, 2528 m s.l.m. Dolomiti di Sesto, Moso, Bz
Malghe Piani di Montasio, 1800 m s.l.m., Sella Nevea, Ud
Una ricerca condotta da archeologi e paleoecologi inglesi e francesi ha rivelato che l’attività umana in alta quota risale a oltre 8000 anni fa. Scavi archeologici hanno portato alla luce recinti di pietra per animali e abitazioni umane risalenti all’Età del Bronzo, distribuiti lungo l’arco alpino. Questa ricerca, pubblicata su Quaternary International e guidata dal dottor Kevin Walsh, ha evidenziato come le alte quote, un tempo considerate marginali, abbiano svolto un ruolo significativo per le prime società umane, mettendo in luce l’importanza delle interazioni uomo-ambiente in contesti ecologicamente fragili.
Nel corso del tempo, l’uomo ha modellato il paesaggio alpino adattandolo alle proprie esigenze. A partire dal Mesolitico, si è passati dalla caccia all’agricoltura e all’allevamento, con la pratica della transumanza che ha segnato una gestione sostenibile del territorio. Questa evoluzione ha portato alla nascita delle malghe e delle casere, strutture funzionali alla pastorizia e alla produzione casearia, la cui architettura tipica è ancora presente su tutto l’arco alpino, con testimonianze che risalgono al Medioevo.
Le alte quote hanno ospitato anche strutture legate a periodi più recenti, come quelle a supporto di operazioni militari nelle guerre mondiali. Durante questi conflitti, furono costruiti presidi, fortificazioni e magazzini per sfruttare la posizione strategica delle montagne.
Dal punto di vista turistico, i rifugi alpini, introdotti nel 1863 per servire gli alpinisti, si sono evoluti nel tempo da semplici ripari a strutture più complesse, offrendo comfort e servizi per un pubblico sempre più ampio. Salendo ulteriormente in quota, si incontrano i bivacchi, nati nel 1925 come rifugi essenziali per escursionisti e alpinisti. Questi piccoli fabbricati, inizialmente spartani, sono oggi spesso espressione di un’architettura innovativa e avveniristica, progettati per garantire funzionalità e sostenibilità in ambienti estremi.
Queste strutture, dalle prime abitazioni protostoriche alle moderne costruzioni, raccontano una lunga storia di adattamento e ingegno umano nelle terre alte, simbolo di una relazione continua e rispettosa tra uomo e montagna.
Rifugio Giussani,2561 m s.l.m., Tofane, Cortina, Bl
L'intento è quello documentare l’affascinante connubio tra architettura e terre alte, in questo caso con uno specifico focus sui rifugi di montagna. Questi manufatti rappresentano molto più di semplici ripari: sono testimoni di una lunga tradizione di progettazione che unisce funzionalità, estetica e rispetto per l’ambiente.
Attraverso un’approfondita ricerca fotografica e architettonica, il progetto si propone di analizzare le caratteristiche uniche di queste strutture, dalla loro concezione iniziale come punti di appoggio essenziali per alpinisti ed escursionisti, fino alla loro evoluzione come mete di interesse e simboli della montagna stessa.
Ogni rifugio racconta una storia: di paesaggi estremi, di materiali che sfidano il tempo e gli elementi, e di progettisti che hanno saputo integrare l’ingegno umano con la natura incontaminata. Fotografare e studiare questi luoghi significa valorizzare la loro importanza, sia come testimonianza culturale che come espressione di un'architettura autentica, essenziale e rispettosa dell’ambiente circostante.
Questo viaggio tra linee essenziali e panorami spettacolari vuole essere non solo un’analisi architettonica, ma anche una celebrazione della bellezza e del significato che i rifugi portano con sé, custodi silenziosi di storie umane e testimoni dell'evoluzione.
Alcune delle strutture analizzate:
Capanna Piz Fassa, 3152 m s.l.m., Canazei, Tn
Rifugio Pordoi, 2848 m s.l.m., Passo Pordoi, Tn
Capanna Punta Penia, 3343 m s.l.m., Marmolada, Tn
Rifugio Marinelli, 2122 m s.l.m., Monte Coglians, Ud
Rifugio Locatelli, 2438 m s.l.m., Tre Cime di Lavaredo, Dolomiti di Sesto, Bz
Rifugio Pisciadù, 2585 m s.l.m., Lago del Pisciadù, Bz
Cojzova koca Korkrskem sedlu, 1793 m s.l.m., Preddvor,Slo
Rifugio Pian di Cengia, 2528 m s.l.m., Dolomiti di Sesto, Bz
Rifugio Chiggiato, 1750 m s.l.m., Col Negro, Bl
Rifugio Magià, 2007 m s.l.m., Vallone di Saint Barthelemy, Ao
Rifugio Galassi, 2018 m s.l.m., Monte Antelao, Bl
Rifugio Carducci, 2297 m s.l.m., Dolomiti di Cadore
Rifugio Cantore
Cortina, Bl
Collocato a 2561 m s.l.m. inaugurato il 16 agosto 1886 col nome di Rifugio Tofana e distrutto durante la Grande Guerra, fu ristruttrato e funse da caserma fino al 1921 quando fu inaugurato, dalla sezione CAI di Cortina, il rifugio Cantore, in attività fino al 1972.
Santuario di San Besso,
Campiglia di Soana, To
Il Santuario si trova ad un'altezza di 2.019 m s.l.m. all'interno del Parco nazionale del Gran Paradiso. E' un esempio affascinante di architettura religiosa alpina. La sua struttura semplice e austera si integra armoniosamente con il contesto naturale circostante. È costruito addossato al Monte Fautenio(o Fantun), una roccia monolitica alta circa 60 metri e larga 40, posizionata nel centro di un ampio anfiteatro culminante nella vetta della Rosa dei Banchi. L’edificio principale vuole rendersi quasi complementare alla roccia, al riparo da eventuali fenomeni valanghivi, è caratterizzato da una pianta rettangolare e una copertura a capanna in pietra locale, lose d'ardesia, elementi che riflettono le tecniche costruttive tradizionali della zona.
Nevaché, Fr
Questa struttura fu costruita nel 1875, probabilmente sulle rovine di un edificio preesistente, a 2100 m s.l.m., sulla balza soprastante il Piano della Fonderia, in Valle Stretta. Originariamente fu realizzata per ospitare i minatori impegnati nel vicino giacimento di ferro del Banchet. Nel giugno del 1940 la Valle fu teatro di operazioni belliche, in occasione del breve e fallimentare “attacco” dell’Italia fascista alla Francia; il risultato fu che, alla fine delle ostilità nel ’47, la Valle Stretta, in virtù di un Trattato internazionale di Pace, fu soggetta alla sovranità francese. Tuttavia la Maison Des Chamois, come quasi la totalità dei beni immobili privati, rimase di proprietà italiana. Dal 1956 ospita le colonie estive.
Malga Piani di Montasio, 1800 m s.l.m., Sella Nevea, Ud
Casera di Caserata, 1479 m s.l.m., Cimolais, Pn
Casera Val Freida - Giais, 1289 m s.l.m., Aviano, Pn
Casera Pramaggiore, 1818 m s.l.m., Claut, Pn
Le malghe e le casere rappresentano un esempio emblematico di architettura vernacolare, sviluppatasi in stretta relazione con le necessità del territorio alpino e le attività produttive legate alla montagna. Queste strutture, costruite utilizzando materiali locali come pietra e legno, sono un'espressione diretta dell’adattamento dell’uomo all’ambiente montano e delle esigenze connesse all’allevamento e alla gestione delle risorse foraggere.
Le malghe, collocate tra i 1000 e i 2500 metri di altitudine, sono aziende temporanee che sfruttano i pascoli di alta quota nei mesi estivi. Qui si concentrano le attività di allevamento, gestione del bestiame e lavorazione del latte. Il loro impianto architettonico risponde a esigenze pratiche: comprende stalle per il ricovero degli animali, spazi per la caseificazione e alloggi per i malgari. Questa funzionalità è il cuore della montagna "produttiva", dove ogni elemento architettonico è pensato per supportare le attività agricole e zootecniche.
Le casere, parte integrante delle malghe, sono strutture specializzate per la lavorazione e la stagionatura dei prodotti caseari. La loro disposizione interna e l’uso dello spazio riflettono la logica produttiva: una cucina-alloggio con focolare al piano terra e un locale per il riposo notturno o la conservazione dei formaggi al piano superiore. Tetti spioventi, scandole di legno, grondaie e abbeveratoi intagliati nei tronchi sono soluzioni architettoniche che rispondono alle condizioni climatiche e all’isolamento delle alte quote.
Questo tipo di architettura, nato dalla combinazione di necessità e risorse disponibili, è un simbolo della montagna produttiva, dove la tradizione dell’alpeggio e della transumanza ha modellato il paesaggio e dato vita a sistemi sostenibili. Oggi, queste strutture continuano a svolgere un ruolo importante non solo per la produzione di prodotti di alta qualità, ma anche per la promozione di un turismo rurale che celebra la connessione tra uomo, territorio e natura.
Grange di Valle Stretta, ''la più italiana delle valli francesi'', Nevaché, Alte Alpi - Provenza, Fr
Savoli di Orias Truia, Ud
Si tratta di un gruppo di 12 costruzioni, contraddistinte da un’architettura vernacolare, povera ma essenziale. Utilizzate dai contadini come stazione intermedia durante i periodi di monticazione verso gli alpeggi della Valle Pesarina, la loro struttura interna veniva realizzata proprio in funzione dell’attività agricola: il piano terra era destinato alla stalla con attigui una cucina e un ripostiglio per latte e formaggi mentre al piano superiore, accanto al fienile, veniva ricavato un piccolo vano per il letto. La struttura è costituita da una muratura lapidea e dal tetto a due spioventi, realizzato con scandole di larice.
La casaforte di Runaz, conosciuta anche come Maison de Mosse, fu eretta tra il XIV e il XV secolo in una posizione strategica vicino al passaggio obbligato di Pierre Taillée, nota come porta della Valdigne.
Feistrizer Alm, Hermagor, Austria
Complesso Giomein, Cervinia, Ao
Sauris di Sopra, Ud
Roissan, Ao
Fossal, Colle Santa Lucia, Bl