Ruolo ed evoluzione dell'Architettura
nel processo di conoscenza dell'alta quota
Ruolo ed evoluzione dell'Architettura
nel processo di conoscenza dell'alta quota
Abstract:
Bivacco Hess - 1925, 2958 m s.l.m., Val Veny, Courmayeur, Ao. Il primo bivacco della storia.
“… Anche quando il monte sarà deserto, la piccola casa rimarrà ad attendere il possesso dell’uomo; si coprirà di ghiaccio nel lungo inverno; scricchiolerà sotto i colpi della bufera come una navicella sul mare infuriato; ma passa to il maltempo, ritornerà a sorridere lieta e ospitale in un’atmosfera nuova” Guido Rey
Nessun tipo di alloggio può incarnare meglio lo spirito di quella ‘piccola casa’ come fa il bivacco fisso alpino, costruzione di piccole dimensioni, essenziale nella sua struttura, minima nelle dotazioni offerte, collocata in alta quota, in luoghi particolar mente isolati e ostili, sottoposta a fenomeni atmosferici estremi, ma capace di offrire ospitalità e riparo a chiunque la raggiunga, creando un’atmosfera che sa di ‘casa’ che coinvolge gli occasionali fruitori, spesso sconosciuti tra loro, accomunati da una sincera e spontanea passione per la montagna, alla ricerca di quella che è
“la più forte emozione che l’animo è capa ce di sentire: quella prodotta dalla Natura” Edmund Burke
I bivacchi sono costruzioni minuscole, appartenenti alla storia dell’alpinismo, un’invenzione tutta italiana, risalente al 1923, quando per primo il dottor Lorenzo Borelli presidente del CAAI propose di posizionare ad alte quote, in zone remote, non servite da rifugi, già presenti altrove, delle strutture che offrissero riparo e pernotta mento ad alpinisti esperti impegnati nella salita del Monte Bianco. Il 27 e il 30 ago sto 1925 si inaugurarono rispettivamente il bivacco al Col d’Estellette (2958 m), tuttora esistente e quello al Frebouze (2500 m), rimosso. Esempio da cui i progettisti di queste opere trassero spunto furono le baracche usate sui monti durante la Prima Guerra Mondiale che ospitavano in condizioni proibitive i militari nelle operazioni belliche.
I primi bivacchi erano strutture aventi come base due solidi telai in legno, rivestiti con lamiera di ferro zincata, appoggiati a terra su un basamento di pietrame a secco, senza fondazione, la cui stabilità era garantita dalla gravità o al massimo da cavi tesi controvento. La loro realizzazione ebbe subito un gran de successo e suscitò apprezzamenti tali da incrementare la loro costruzione: nei dieci anni successivi ne furono installati ben 13! Negli anni seguenti e durante tutto il ‘900 questi manufatti sono stati oggetto di continue e radicali trasformazioni strutturali e di costruzione, che hanno visto l’introduzione di materiali innovativi, che garantissero leggerezza e resistenza, assemblati in moduli componibili prefabbricati che ne facilitassero il trasporto e il montaggio in loco.
Bivacco Suringar - 1954, 2450 m s.l.m., Jof di Montasio, Alpi Giulie, Sella Nevea, Ud
Operazioni di montaggio e computo materiali Bivacco Suringar - 1954, 2450 m s.l.m., Alpi Giulie, Sella Nevea, Ud
Bivacco Gervasutti - 2011, 2835 m s.l.m., Ghiacciaio di Frebouzie, Val Ferret, Courmayeur, Ao
Negli anni più recenti anche la loro funzione è cambiata. In passato costituivano un riparo in caso di emergenza, causa intemperie, o una base di partenza per impegnative ascensioni da parte di esperti alpinisti; al giorno d’oggi il loro utilizzo non è più quello esclusivo di arrampicatori, ma si propongono come meta, per trascorrere anche solo una notte e vivere esperienze sensoriali non riscontrabili in altri contesti da parte di escursionisti senza velleità di scalata, attratti e affascinati dalla natura e dal paesaggio che Nonostante il loro uso e la loro frequenta zione rimangano riservati a una nicchia ristretta di appassionati, seppure in numero sempre crescente, la loro struttura architettonica è sempre più oggetto di interesse e di studio da parte di progettisti e costruttori. Il fascino e la contemplazione della natura, la riscoperta della montagna come ambiente rigenerante e incontaminato, la sensibilità verso uno stile di vita più sano ed equilibrato sono gli attuali valori ricercati dai nuovi fruitori di queste strutture, che hanno stimolato la ricerca e la sperimentazione, da parte dei professionisti del settore, di nuove forme architettoniche e nuovi modelli di comodità abitative.
Da tempo ormai il bivacco non è più la ‘scatola di latta’ sicura e spartana il cui unico ruolo è quello di proteggere chi lo frequenta dalle avversità dell’ambiente esterno, indifferente al territorio che lo ospita, ma è diventato un protagonista del paesaggio alpino con il quale dialoga, a volte in armoniosa sintonia di forme, a volte rivendicando un’originalità esasperata che lo contrappone vistosamente al contesto circostante.
Occupandosi della progettazione di un bivacco l’architettura assume un ruolo attivo nello studio delle ‘terre alte’ stimolando necessari approfondimenti sulla loro natura geologica e conformazione morfologica, tracciando un quadro completo del territorio evidenziandone le caratteristiche e le fragilità, individuando le trasformazioni avvenute nel tempo per poter inserire in modo consapevole e corretto il risultato del progetto in questione. La progettazione di un bivacco in alta quota è diventata, per l’architettura che se ne occupa, oggetto di studio, ricerca e sperimentazione di avanguardia, non solo per quel che riguarda la forma e l’estetica ma anche per l’uso di materiali nuovi, ricicla bili, a basso impatto ambientale, sempre più performanti e di tecniche di posa poco invasive, reversibili e rispettose della porzione di terreno occupata.
Biv. Pansa - 2022, Ao
Biv. Bossi - 2023, Ao
Biv. Pavla Kemperla - 2009. Slo
Bivacco Luca Pasqualetti - 2018, 3290m, Cresta del Morion, Valpelline, Bionaz, Ao
Immagini realizzazione e cantiere in loco Biv. L. Pasqualetti. al Morion, Ao, 2018, Fotografie gentile concessione arch. R. Dini.
Bivacco Camardella - 2022, 3360 m s.l.m., Colle del Rutor, Ao
La realizzazione di strutture come queste gode di una maggiore libertà espressiva proprio perché isolato e decontestualizzato rispetto a un edificio costruito in ambiente di fondovalle. Il suo valore intrinseco è costituito dalla sua essenzialità nella forma e dimensione, nelle funzioni e nelle prestazioni; riflette in sé la peculiarità dell’Abitare Minimo, che declinato in quel contesto induce uno stile di vita basato su comportamenti di mode razione, rispetto e responsabilità dell’uomo nei confronti del suo simile con cui condivide temporaneamente lo spazio e nei confronti dell’ambiente che lo ospita. Lo studio e la progettazione degli spazi interni promuove la ricerca a un’attenta e utile razionalizzazione dell’arredo semplice, polifunzionale ed ergonomico, dei materiali usati, prevalentemente legno, che renda accogliente, piacevole e confortevole il temporaneo soggiorno, fedele allo spirito ‘minimalista’ della sua natura. A completamento di forma esterna e disposizione interna il bivacco attuale possiede una dotazione tecnologica che negli ultimi anni è stata sviluppata con sempre maggior competenza e innovazione. Ed è anche in questo ambito che la concezione architettonica dà il suo contributo allo sviluppo di nuove soluzioni su questioni quanto mai attuali, legate alla nuova sensibilità sugli aspetti ambientali, alla ricerca comune e condivisa di un’effettiva e auspicabile ecosostenibilità costruttiva unita a una autosufficienza energetica, sfruttando fonti rinnovabili, quali sole e vento, le cui energie sono prodotte da impianti fotovoltaici e micro-eolici, inglobati e integrati nella struttura stessa.
Bivacco Gervasutti - 2011, 2835 m s.l.m., Ghiacciaio di Frebouzie, Val Ferret, Courmayeur, Ao
Bivacco Hess - 1925, 2954 m s.l.m., Col de l'Estellette, Val Veny, Courmayeur 2022, Ao
Da quanto fin qui esposto emerge chiaro e motivato il profondo e insostituibile ruolo assunto dall’architettura nel contesto dell’alta quota. Si inserisce in questo habitat a 360°, essa:
• opera su territori che, seppur inaccessibili ai più, appartengono al nostro sistema ambiente e come tali vanno monitorati, soprattutto alla luce dell’attuale crisi climatica in corso.
• si occupa della progettazione e sperimentazione di micro-architetture, quali i bivacchi, il cui valore non è solo legato e funzionale a quell’uso esclusivo, ma può essere esportato in contesti naturali e territoriali diversi, meno severi, per ridisegna re diversi approcci abitativi, che prevedano nuove strategie in termini di eco-sostenibilità, di rispetto ambientale, di amministrazione attenta e oculata delle risorse disponibili, ottimizzando gli utilizzi del territorio, a quote più basse, troppe volte abusato e sfruttato in modo irragionevole;
• svolge inoltre un ruolo etico che riguarda più aspetti: stabilisce un miglior rapporto qualitativo tra ambiente naturale e opere antropiche; sollecita riflessioni sullo scorrere naturale e lento del tempo, sulla accettazione di limiti imposti dalla natura contingente, che perdono la loro connotazione negativa di privazione, assumendo un valore essenziale che ha a che fare con la qualità delle cose a disposizione, delle situazioni vissute, dei rapporti umani instaurati e non con la quantità, spesso, in altri contesti, inutilmente sovrabbondante. Degno di nota è sottolineare che spesso l’architettura presta il suo servizio alla volontà di privati, associazioni, o enti che commissionano i progetti per legare all’opera il ricordo di persone care scomparse, legate al mondo della montagna, di cui si perpetua il ricordo intitolandone il nome.
Bivacco Kotovo - 2005, 2134 m, Altopiano Kotovo, Kranjska Gora, Slo
Bivacco Pansa - 2022, 2962 m , Mont Fallere, Sarre, Ao
Bivacco della Bernardina - 1959, 2320 m, Monte Schiara, Dolomiti Bellunesi, Bl
Bivacco Ravelli - 1982, 2860 m, Invergnan, Ao
Bivacco Pavla Kemperla - 2005, 2102 m, Ljubljana, Slo
Tralasciando l’atteggiamento ‘purista’ e radicale di chi ritiene che qualunque costruzione in alta quota è da considerar si una violenza, un elemento di disturbo, un’intrusione nel paesaggio naturale e che quindi nessuna struttura dovrebbe essere costruita, anzi le esistenti dovrebbero es sere eliminate, alla luce di quanto esami nato precedentemente, si può affermare che l’architettura contemporanea è a tutti gli effetti autorizzata a occuparsi, operare e sperimentare nelle ‘terre alte’, a coglie re sfide progettuali sempre più avvincenti e suggestive, in un’ottica di un continuo e sostanziale progresso, proiettato verso un futuro sostenibile, rispettoso e responsabile per la frequentazione di quei luoghi. È comunque doveroso ricordare le parole dell’architetto viennese Adolf Loos che nel suo ‘Regole per chi costruisce in montagna’ suggerisce l’ atteggiamento corretto per affrontare la questione della costruzione, che si può estendere anche alle alte quote
[…]“sii vero […] la natura sopporta solo la verità”.
Con queste semplici e schiette parole Loos propone di cogliere l’essenza del contesto, di applicare le competenze tecniche e le regole estetiche del proprio tempo per ot tenere il miglior risultato. Raccomanda di “non strafare” di “non costruire in modo pittoresco”, ma di non rinunciare al progresso della tecnica e alla ricerca di nuove forme e soluzioni, quando queste possono apportare un migliora mento concreto al prodotto finale. Tutte le opere sono autorizzate a progredire
“[…]perché anche il correggiato è stato sostituito dalla trebbiatrice”.
Bivacco Suringar - 1954, 2450 m, Jof di Montasio, Sella Nevea, Ud
Bivacco Bivak II pod Rokavi - 2016, 2118 m, Valle Vrata, Alpi Giulie orientali, Stara Fužina, Slo
Non indica regole ferree di costruzione, piuttosto ricorda qual è la funzione dell’architetto: egli esercita non solo un ruolo tecnico, ma anche sociale e culturale con tribuendo con la sua opera al cambiamento del territorio e influenzando l’estetica e il gusto della società in cui vive. Particolare è la figura dell’architetto che progetta in alta quota, appassionato e profondo conoscitore di quell’ambiente, sensibile e attento alle sue esigenze e alle sue problematiche. L’architettura che egli propone, richiesta quasi sempre da realtà del luogo, non fornisce solo competenze tecnico-scientifiche, ma svolge un ruolo più ampio in difesa, tutela e valorizzazione di un territorio fragile, adottando tecniche e strategie sostenibili in tutte le fasi della sua attività. È motore per avviare micro-economie lo cali, coinvolgendo varie figure professionali del posto che prestano il loro servizio contribuendo alla costruzione (imprese artigiane, fornitori di materie prime), alla frequentazione guidata e controllata delle vette (guide alpine) e alle piccole attività commerciali poste a valle. Rende quindi più vive quelle terre, favo rendo e incoraggiando una forma di turismo lento, consapevole, responsabile e rispettoso di una montagna che, con il supporto del bivacco, educa e trasmette valori autentici di condivisione, solidarietà, fiducia, senso civico e propone uno stile di vita genuino e senza inutili orpelli, tutto ciò rivolto non solo ad alpinisti e scalatori alla conquista delle vette, ma anche a sinceri e semplici appassionati alla ricerca di una fugace e rigenerante parentesi del vivere quotidiano, perché in fondo, per concludere, come iniziato, con le parole di Guido Rey:
“[…] la montagna è fatta per tutti non solo per gli alpinisti: per coloro che desiderano riposo nella quiete come per coloro che cercano nella fatica un riposo ancora più forte”
Bivacco della Bernardina - 2022, 2320 m, Monte Schiara, Dolomiti Bellunesi, Belluno, Bl
Bivacco Annibale - 2014, 2477 m, Col Clapier, Giaglione, To
Bivacco Camardella - 2022, 3360 m, Colle del Rutor, Valgrisenche, Bonne, Ao
Bivacco Pradidali - 2017, 2278 m, Pale S. Martino, Tonadico, Tn
Bivacco Gervasutti - 2011, 2835 m, Ghiacciaio di Frebouzie, Val Ferrett, Courmayeur, Ao
Bivacco Gias - 2019, 1893 m, Vallone Di Sea, Forno, To
Bivacco Gervasutti - 2011, 2835 m, Ghiacciaio di Frebouzie, Val Ferrett, Courmayeur, Ao
Bivacco Bredy - 2021, 2528 m, Vallone di Vertosan, Vens, Ao
Bivacco Berrone - 2023, 2740 m, Cima di Vallonetto, alta Val di Susa, To
Bivacco Perugini - 1961, 2004 m, Val Montanaia, Cimolais, Pn
Bivacco Varese - 1974 , 2650 m, Valle Antrona, Cheggio, Vb
Bivacco Revelli - 1956, 2610 m, Vallone di Ciardonei, Forzo, To
Bivacco Lastè - 1983, 2050 m, Forcella Lastè, Altopiano di Cansiglio, Tambre, Bl
Bivacco Salvasera - 2021, 2594 m, Monte Palavas, Bobbio Pellice, Cn