2018-2024
2018-2024
Altimetria strutture, selezionate in ordine cronologico di costruzione.
Abstract
Il progetto 'Minimum Living in the Alps' nasce dalla mia passione per la montagna e dall’interesse per l’architettura in alta quota, esplorando il legame profondo tra natura incontaminata e ingegno umano. I bivacchi rappresentano un perfetto connubio tra design e ingegneria: microarchitetture essenziali, progettate per resistere agli agenti atmosferici e offrire riparo in contesti estremi.
Questi piccoli manufatti non sono solo rifugi, ma autentiche opere d’arte, capaci di raccontare un dialogo armonioso tra funzionalità, estetica e rispetto per l’ambiente. Ogni bivacco è una storia a sé, una testimonianza dell’evoluzione tecnologica e culturale dell’architettura in alta montagna.
Nel mio percorso di ricerca, ho fotografato un totale di 82 bivacchi, selezionandone 32 su cui concentrarmi per uno studio approfondito, legato alla storia ed alla tipologia architettonica. Questo progetto si fonda su un approccio empirico: ho pernottato in ciascuna di queste strutture, testandone l’efficacia e vivendo “sulla mia pelle” le condizioni per cui sono state progettate. Questa “prova dell’uso” mi ha permesso di valutare non solo le soluzioni tecnologiche e i materiali utilizzati, ma anche di riflettere sull’evoluzione del concetto stesso di bivacco.
In passato, il bivacco era principalmente un punto di appoggio per necessità, emergenze o lunghe escursioni e ascensioni. Oggi, in molti casi, è diventato il fine ultimo di un’escursione, un luogo che offre un’esperienza unica di contatto diretto con la montagna. Questo cambiamento riflette una nuova sensibilità verso il ruolo dell’architettura in alta quota, non solo come funzione ma anche come esperienza.
Tuttavia, questa recente popolarità che i bivacchi stanno vivendo solleva una questione fondamentale: la necessità di evitare una proliferazione spropositata e non necessaria di queste strutture. La montagna deve essere rispettata nella sua essenza, e ogni nuovo intervento architettonico deve rispondere a esigenze reali, integrandosi con il paesaggio senza comprometterne l'equilibrio naturale. Il bivacco non deve mai perdere il suo valore intrinseco di essenzialità e rispetto per l’ambiente, diventando una presenza discreta e armoniosa, lontana da logiche di consumo turistico o da interventi superflui.
Ogni bivacco raggiunto, ogni cresta scalata, hanno ispirato in me una nuova prospettiva su come l’architettura possa dialogare con la natura più estrema, rispettandola e valorizzandola. Nella loro essenzialità, lontana da inutili orpelli ed esibizionismi, i bivacchi incarnano un’architettura che si fa “ospite in punta di piedi” della montagna, dimostrando che il valore autentico risiede nella semplicità. Come affermava John Ruskin: “Non c’è architettura tanto altera quanto quella che è semplice.”
Attraverso il progetto 'Minimum Living in the Alps', racconto la bellezza e la sfida di queste strutture, esplorandone il significato profondo e il loro ruolo nel paesaggio alpino.